NFL to LA – In attesa della mossa dei Chargers

La NFL è tornata ufficialmente a Los Angeles dopo una assenza di 21 anni. Nella riunione dei 32 proprietari NFL a Houston il 12 gennaio si è stabilito di approvare il progetto Inglewood proposto da Stan Kroenke ed i Rams e i Chargers hanno ottenuto il diritto a trasferirsi da subito a LA.

Los_Angeles_Rams_Coliseum

I Rams giocheranno al Los Angeles Coliseum fino al completamento dello stadio di Inglewood.
(Elaborazione grafica: WelcomeHomeRams.com)

I Chargers hanno però la possibilità di rimandare di un anno la decisione e tentare di trovare una soluzione a San Diego, sfruttando un bonus di 100 milioni di dollari offerto dalla NFL in aggiunta al finanziamento da 200 milioni di dollari già approvato in precedenza con la cosiddetta 2011 Resolution G-4 (potete scaricare qui il testo in PDF).

Qualora i Chargers dovessero rinunciare alla loro opzione su Los Angeles, allora i Raiders avrebbero un anno di tempo per decidere se unirsi o meno ai Rams. Nel mentre anche ai Silver & Black è stato offerto un finanziamento aggiuntivo di 100 milioni di dollari oltre ai 200 già approvati qualora la squadra trovi un accordo con la città di Oakland per la costruzione di un nuovo stadio nella East Bay.

Cosa è successo dal 12 gennaio ad oggi? 

RAMS

I Rams hanno festeggiato la loro vittoria e si sono presentati al popolo di Los Angeles. Il nuovo stadio ad Inglewood dovrebbe essere pronto per il 2019 e nel mentre la squadra giocherà al Memorial Coliseum.

L’accordo di Houston vieta a Kroenke di vendere i diritti sui posti allo stadio (Personal Seat License), le suite di lusso e i diritti sul nome dello stadio fino al 15 febbraio 2017, a meno che non si ufficializzi prima un accordo con la seconda squadra, la NFL non decida di prorogare tale termine per un massimo di altri 90 giorni oppure che sia Chargers che Raiders scelgano di non esercitare la loro opzione di trasferirsi a LA.

Nel frattempo i Rams possono però iniziare a conquistare la loro fetta di mercato e la squadra non ha perso tempo lanciando una campagna di “pre-abbonamento”. In pratica i tifosi hanno la possibilità di iscriversi ad una lista d’attesa per avere il diritto di prelazione sull’abbonamento annuale lasciando un anticipo di soli 100 dollari che sono completamente rimborsabili.

A cosa si ha diritto esattamente? Pescando dalla sezione FAQ del sito le informazioni essenziali sono le seguenti:

The Rams season ticket waitlist will provide you with an opportunity to purchase season tickets for the Rams 2016 season at the L.A. Coliseum. L.A. Coliseum season ticket holders will receive first priority to purchase tickets in the new Inglewood Stadium sometime in 2017.

Come viene gestito l’importo depositato?

Your deposit will be kept on your account to secure your priority. The priority group is based on the date and time that the deposit is received. At the time of purchase, the deposit will be applied towards the total cost of your full season tickets.

Ovviamente è possibile che le richieste superino il numero di posti disponibili, nel qual caso:

You have three options 1) You can elect to keep your account on the waitlist for the opportunity to purchase season tickets at the L.A. Coliseum if inventory becomes available during the 2017 and 2018 season 2) You can elect to keep your account on the waitlist for the opportunity to purchase season tickets in the new Inglewood Stadium. 3) You can request a refund and remove your account from the waitlist relinquishing all priority.

Come è stata l’accoglienza del pubblico di Los Angeles? Sembrerebbe che a LA abbiano voglia di football.

E’ bene tenere a mente che ogni deposito di 100 dollari dà (scorte permettendo) il diritto a comprare fino a 8 abbonamenti ed i Rams hanno anticipato di poter valutare delle eccezioni:

Each account has the potential to purchase up to 8 season tickets. Requests in excess of 8 season tickets can be discussed with a sales representative during the sales process.

Per chi volesse leggere di più sull’argomento segnalo questo articolo del Los Angeles Times.

Se a Los Angeles i Rams riallacciano i rapporti con i vecchi fan abbandonati nel 1994 e cercano di conquistare nuovi tifosi affamati di football, a St. Louis si soffre per la partenza della squadra ma allo stesso tempo ci si indigna e si protesta.

Alcuni tifosi che avevano acqustato i diritti sui posti all’Edward Jones Dome di St. Louis hanno fatto causa ai Rams sostenendo che il contratto con il quale si erano garantiti il posto allo stadio fino al 2025 sarebbe rimasto valido anche in caso la squadra avesse cambiato stadio.

Sono intervenuti poi pubblicamente anche il Governatore Nixon, che si sente tradito dalla NFL, e il presidente dell’consiglio cittadino (Board of Aldermen), che addirittura chiede che la NFL paghi i debiti che le istituzioni locali hanno per lo stadio (un po’ più di 100 milioni di dollari).

CHARGERS

Parafrasando l’amletico quesito… “andare o non andare?”. Dean Spanos deve rispondere a questa domanda e deve farlo in fretta.

La scelta non è banale. A Los Angeles i Chargers troverebbero un nuovo stadio futuristico ma sarebbero senza mezzi termini la seconda squadra della città. Certo, il potenziale bacino da cui attingere è enorme, altrimenti la NFL non avrebbe autorizzato due squadre al trasferimento, ma i Chargers stanno accumulando un forte ritardo rispetto ai Rams.

Il primo passo è senza ombra di dubbio quello di trovare un accordo con Kroenke per diventare socio nel progetto Inglewood o un semplice locatario del nuovo stadio; nel primo caso le spese sarebbero maggiori ma ovviamente anche i potenziali ricavi.

Un incontro preliminare tra rappresentanti di Rams è Chargers c’è già stato, ma le due squadre hanno deciso di mantenere il più stretto riserbo sullo stato delle contrattazioni.

La situazione è delicata perché Spanos, trasferendosi a Los Angeles, potrebbe perdere una fetta non trascurabile di tifosi a San Diego, ma non è solo questo a mettere in crisi la proprietà della squadra.

C’è chi ritiene che l’opzione di un anno su Los Angeles sia stata concessa dalla NFL per permettere ai Chargers di provare a riallacciare i rapporti con le autorità di San Diego per la costruzione di un nuovo stadio. Prima che Spanos tagliasse i ponti e si concentrasse sul progetto Carson, la città si era detta disposta a indire un referendum a giugno per l’approvazione di un nuovo stadio in città.

Un video che mostrava lo stadio proposto, realizzato dalla società Populous di Kansas City, era stato reso pubblico il 27 ottobre 2015, ma i Chargers tramite il portavoce Mark Fabiani lo avevano snobbato considerandolo “tutta fuffa e nessuna sostanza” ed avevano accusato il sindaco di aver sprecato inutilmente tanti soldi.

Elaborazione grafica della proposta di stadio presentata da San Diego ai Chargers e alla NFL il 27 ottobre 2015 [Populous]

Poniamo che Spanos voglia utilizzare la minaccia del trasferimento come leva per ottenere da San Diego quello che vuole e decida di restare un altro anno in città. Se anche un accordo si trovasse e Spanos decidesse di rinunciare a LA ci sarebbero comunque delle conseguenze non da poco. I Raiders sarebbero infatti autorizzati a raggiungere i Rams ed allora il mercato di Los Angeles e dintorni, dove Spanos vorrebbe ampliare il suo raggio di influenza, sarebbe occupato da due squadre che hanno storicamente un grandissimo seguito nella regione.

Non è tuttavia scontato ritenere che le parti, tanto distanti in questi ultimi anni come sostenuto dai Chargers nella documentazione presentata alla lega per chiedere il trasferimento (qui il PDF), possano giungere ad un accordo che soddisfi entrambe. A questo punto ai Chargers non resterebbe che trasferirsi a LA con un anno di ritardo rispetto ai Rams, con tutto quello che questo comporta in termini di conquista del nuovo mercato, ed avendo fatto sentire gli abitanti di Los Angeles una ruota di scorta e uno strumento di ricatto da usare contro San Diego. Con questa opzione San Diego potrebbe diventare una terra di conquista per i Raiders qualora la squadra di Mark Davis non trovi una soluzione al problema stadio ad Oakland. I Chargers sarebbero la seconda squadra a Los Angeles ed avrebbero a poca distanza una squadra che non solo occuperebbe da subito una grande quota di mercato a San Diego ma che catalizzerebbe l’interesse di molti Los Angelini e cittadini delle contee limitrofe.

Restare a San Diego probabilmente sarebbe la scelta più saggia, eppure quasi sicuramente i Chargers decideranno di trasferirsi. A quel punto è meglio farlo il prima possibile e non guardarsi più indietro.

Spanos ha tempo fino al 23 marzo per decidere se trasferirsi già dal 2016, rimandare all’anno prossimo o (scelta ben poco probabile) rinunciare da subito al trasferimento.

RAIDERS

I Raiders, inutile negarlo, sono la squadra delle tre che è uscita peggio dal meeting di Houston. Sono stati autorizzati a trasferirsi a Los Angeles ma solo se rinunciassero i Chargers, hanno ricevuto un bonus per la costruzione dello stadio ad Oakland ma la situazione è talmente complicata dall’inerzia delle autorità locali e dall’ostruzionismo della squadra di baseball degli Oakland A’s che sembra improbabile che si possa trovare una soluzione in tempi brevi.

Mark Davis ha bisogno di attrarre dei soci che possano coprire la quota mancante per la costruzione dello stadio. La squadra ha a disposizione 300 milioni di dollari, la NFL in totale ne metterebbe altri 300, quindi mancano circa 300-500 milioni a seconda dello stadio che si vuole costruire. Davis ha più volte detto che non vuole una cattedrale sullo stile dell’AT&T Stadium dei Cowboys; vuole qualcosa di più semplice ma allo stesso tempo con tutti i confort di uno stadio moderno. E vuole preservare i parcheggi tanto importanti per il tailgating dalla Raider Nation.

Davis chiede alle autorità cittadine ed alla contea di cedergli i diritti sull’area sulla quale attualmente sorge il Coliseum condiviso con gli A’s. Alcune fonti specificano che il proprietario dei Raiders non chiede un regalo, ma vorrebbe acquisire la titolarità tramite leasing. Con l’area a disposizione Davis potrebbe attirare nuovi soci garantendo loro di poter rientrare dell’investimento costruendo uffici ed altre strutture nelle aree limitrofe a quelle dove sorgerebbe il nuovo stadio.

Come detto gli A’s hanno un contratto di locazione decennale stipulato recentemente con il Coliseum, e non hanno intenzione di farsi da parte per agevolare i Raiders.

A quanto pare le autorità locali sarebbero disposte a cedere a Davis solo parte dell’area (60 acri circa), ma questo non garantirebbe abbastanza spazio perché sia possibile la costruzione delle strutture che permetterebbero ai potenziali investitori di trovare conveniente finanziare il nuovo stadio, rendendo quindi inutile anche solo discutere questa opzione.

I Raiders sembrerebbero proprio con le spalle al muro, “cornuti e mazziati”. Eppure sul lungo periodo la situazione potrebbe rivelarsi più rosea di quanto sembri attualmente. Si è sentito dell’interessamento di San Antonio per i Silver & Black ma strappare i Raiders dalla California potrebbe non essere necessario.

I Raiders dovranno aspettare la mossa dei Chargers e poi muoversi di conseguenza. Se i Chargers resteranno a San Diego i Raiders si precipiteranno a Los Angeles, ma se a LA ci andranno i Bolts allora Mark Davis concentrerà la sua attenzione su San Diego.

Tanti ritengono impossibile questa opzione, sostenendo che la lega non avvallerà il trasferimento di una terza squadra nella California del Sud ed inoltre sostengono che Spanos farebbe valere le sue amicizie nel consiglio dei proprietari per bloccare un trasferimento dei Raiders a San Diego. Questa posizione non sta in piedi: se la NFL non avesse voluto tre squadre nella So. Cal. non avrebbe concesso ai Raiders la possibilità di andare a Los Angeles qualora i Chargers decidessero di restare a San Diego. In quanto al veto di Spanos… sappiamo tutti che alla fine quello che conta è il “bene” della lega e non il volere di un singolo proprietario e lo si è visto a Houston, quando sulla carta Spanos e Davis avevano i voti per bloccare l’opzione Inglewood ma si sono piegati alla volontà della maggioranza.

Altri reporter, come Vincent Bonsignore del Los Angeles Daily News, ritengono invece addirittura che per la NFL sia talmente importante mantenere il mercato di San Diego che potrebbe addirittura annullare o comunque ridurre di molto la relocation fee (la tassa da pagare per trasferirsi) qualora i Raiders chiedessero l’autorizzazione ad occupare la città. Bonsignore è stato accusato di “inventarsi” le notizie da tanti tifosi sui social network, ma adesso non è più il solo a citare fonti NFL che ritengono l’opzione San Diego realistica. Adam Schefter, l’insider di ESPN, ha sentito anche lui nell’ambiente le stesse voci.

Perché San Diego dovrebbe costruire lo stadio ai Raiders se non è stato possibile fino ad ora trovare un accordo con i Chargers? Bonsignore sottolinea due aspetti fondamentali:

  • Mark Davis mira ad uno stadio diverso rispetto a quello che vorrebbe Spanos; uno stadio meno costoso che potrebbe richiedere un investimento minore da parte delle istituzioni locali
  • San Diego passerebbe dal dover tentare di mantenere una squadra NFL in città al doverne attirare una
  • I Raiders hanno nella California del Sud un enorme seguito; i tifosi di Los Angeles e delle contee limitrofe per andare a vedere la squadra dovrebbero pernottare, mangiare, usare i mezzi pubblici… insomma, darebbero un contributo che farebbe “girare l’economia”

I discorsi su San Diego sono però prematuri e fino a che i Chargers non faranno chiarezza sulle loro intenzioni per il 2016 tanto vale provare a riallacciare i rapporti con le autorità di Oakland e vedere se davvero si è arrivati al punto di non ritorno o se si può iniziare a lavorare seriamente per trovare una soluzione che faccia contenti Raiders, A’s e contribuenti.

Nel mentre i Raiders, attualmente homeless, devono trovare una sistemazione per il 2016, quindi sono previsti incontri con le autorità che gestiscono il Coliseum di Oakland per trattare la stipula di un nuovo contratto annuale.

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